
La nostra storia
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Tutto ciò mi ha regalato indipendenza economica, capacità di relazione con il cliente, predisposizione al lavoro di squadra. Quando però le dinamiche aziendali hanno iniziato a voler azzerare l’individualità, per uniformarci ad un modello univoco e pienamente controllato, non ho più resisitito. Licenziarmi è stato folle ma liberatorio.
Con più tempo a disposizione, mi sono avvicinata al mondo del vino, ottenendo dapprima il diploma di Sommelier, poi conseguendo un master di Gestione e Comunicazione del Vino presso la Scuola di Alta Cucina Alma a Colorno.

Poi la frequentazione del Wset per approfondire le dinamiche della degustazione internazionale, per ultimo il diploma di Degustatore Ais, per acquisire la capacità di trasformare una scheda tecnica di degustazione in un testo narrativo adatto anche alle guide. Poi numerosi seminari per cercare di avere sempre più strumenti a disposizione. Anni di studio, di approfondimento, sempre con la consapevolezza che si tratta di un percorso infinito, dove l’allenamento, lo studio e la passione devono sempre accompagnarci.
Arriva nel frattempo un incontro importante, quello con il Timorasso e con i Colli Tortonesi. Diventa argomento di tesi per il Master; approfondisco la conoscenza di questo vitigno con l’aiuto di Walter Massa, lo intervisto, lo seguo per un anno e mi appassiono anche ad un altro argomento per me importante: il Tappo a Vite. La presentazione di questo lavoro, parallelamente ai risultati conseguiti nel corso di Studi, mi permette di essere premiata come la migliore di quella edizione del Master.
Grande soddisfazione.


Nel frattempo arriva La Stellara: un’azienda agricola storica sui colli di Volpedo.
Decido con mio marito di acquistarla, e di realizzare il nostro vigneto e la nostra cantina; un cammino non semplice ma emozionante. Il vigneto ormai è pronto, la cantina in costruzione. Abbiamo già iniziato a produrre qualche centinaia di bottiglie per presentarci.
Uno sguardo al futuro
Qualità & Territorio
La scelta dell’enologo, Gianfranco Cordero, che ci accompagnerà in quest’avventura. Desideriamo produrre un vino che esprima con estrema sincerità le peculiarità di questo magnifico vitigno e di questo territorio dalle grandi potenzialità.
Ormai si parla sempre di Territorio, un termine ormai abusato che però è difficilmente sostituibile: proviamo a parlare di luoghi e di persone. Il luogo è quello dei Colli Tortonesi, al crocevia di più regioni: una prosecuzione delle Langhe con cui condivide l’origine e la composizione del terreno.

Le persone: coraggiose, lungimiranti, geniali; grazie all’esempio di Walter Massa, hanno avuto il coraggio di riportare alla luce un vitigno quasi dimenticato, valorizzandone le sue caratteristiche di longevità , con una visione univoca ma nello stesso tempo individuale.
Noi non siamo una cantina storica: cerchiamo di imparare dai grandi personaggi che qui stanno scrivendo la storia; ciò di cui siamo certi è che cercheremo di trasmettere la nostra passione e di raccontarci con un vino di qualità che possa emozionare e trasmettere i valori in cui crediamo.
La nostra etichetta è il primo racconto che abbiamo pensato di portare; è una bozza di Pellizza da Volpedo che ritrae un vigneto della nostra Cascina, e lo menziona come “ Cascina La Stallera 1893”.
Scoprire questa bozza è stato emozionante.. arte e vino. Se le persone conoscono l’anima dei luoghi e delle persone, possono capire ed apprezzare ciò che quelle persone producono.
